Le cistiti sono un tipo d’infezioni molto diffusa nella popolazione sia maschile che femminile e a tutte le età. Queste infezioni sono più frequenti nelle donne e causano disturbi assidui e fastidiosi nello svolgimento della vita di tutti i giorni. Le cistiti si verificano quando i batteri, penetrando attraverso l’uretra, proliferano e si moltiplicano nelle vie urinarie. L’uretra è il condotto che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno.
Generalmente le cistiti si verificano a carico della basse vie urinarie, principalmente a carico di uretra e vescica, causando appunto uretriti e le più comuni cistiti. Solo nei casi gravi e rari l’infezione può risalire fino al rene causando una pielonefrite. In tal caso bisogna intervenire con tempestività.
I sintomi di cistite e uretrite sono molto noti alle donne, anche se spesso le infezioni possono essere asintomatiche e riscontrate solamente alle analisi delle urine. Tra i sintomi più comuni ricordiamo:
- l’impossibilità a urinare nonostante lo stimolo
- la presenza di minzione frequente e a volte dolorosa
- l’urgenza a urinare
Raramente possono comparire altri sintomi come sangue nelle urine e febbre, spesso associate ad alcuni ceppi batterici particolari.
Quali sono le cause?
Negli adulti oltre l’80% delle infezioni delle vie urinarie è causata dall’Escherichia Coli. Questo batterio è normalmente presente nell’intestino ma, attraverso la cute dei genitali e dell’ano, fuoriuscendo insieme alle feci, può penetrare nell’uretra.
Naturalmente non è il solo batterio a causarla, in quanto si verificano spesso infezioni da
- Proteus
- Klebsiella
- Enterobacter
- Enterococcus faecalis
- Pseudomonas
che insieme rappresentano il restante 15-20% dei casi.
Perché colpiscono soprattutto le donne?
Per la donna, avere una igiene intima è fondamentale più che per l’uomo, soprattutto per ragioni anatomiche dei genitali. Infatti lo sbocco dell’uretra – più corta rispetto a quella dell’uomo – si trova vicino all’ano e alla vagina, che sono due aree normalmente popolate da batteri. Questi due fattori, favoriscono una maggiore colonizzazione batterica. La diagnosi delle infezioni delle vie urinarie si basa sull’analisi delle urine e dell’urinocoltura.
Oggi però sappiamo che è molto diffusa la situazione del cosiddetto intestino permeabile. In condizioni di scarso equilibrio della flora intestinale, i batteri possono penetrare anche per via interna: dalla parte finale dell’intestino direttamente in uretra e in vescica. In alcune situazioni favorenti, la mucosa del retto può infatti essere poco protetta, e predisporre per i batteri cattivi dei veri e propri passaggi.
La prevenzione per la donna
Sicuramente l’igiene intima è fondamentale ma bisogna stare attente ad utilizzare prodotti che possano compromettere la flora batterica vaginale. È d’importanza primaria bere regolarmente acqua durante la giornata e avere una regolarità ad urinare.
L’alimentazione gioca un ruolo di primo piano sia nella prevenzione che nella cura di queste patologie, che sono strettamente correlate alla funzionalità intestinale, spesso alterata nelle donne, per via di ansia, stress, cattiva circolazione e alimentazione disordinata oltre che ad una cattiva masticazione. È fondamentale rivolgersi ad uno specialista per studiare un’alimentazione adeguata, finalizzata a prendersi cura del proprio apparato digerente. Non esistono alimenti giusti o sbagliati. Mangiare è una visione d’insieme e bisogna stare alla larga da diete che promettono guarigioni di malattie o stati patologici. Ogni persona deve essere visitata e ricevere una precisa diagnosi. Perché il campo della nutrizione oggi pullula di falsi miti.
Molte pazienti lamentano sensibilità ai farinacei, ai cereali, e in generale ai cibi che tendono a fermentare. Ciò potrebbe benissimo essere dovuto all’intestino infiammato, dalla cattiva masticazione e dalla voracità, oltre che alla fermentazione degli zuccheri all’interno di un tratto intestinale con alterazioni batteriche. Sotto accusa anche peperoncino, spezie e cibi piccanti, ma sappiamo che molte persone che soffrono di queste patologie nella normalità non ne fanno alcun uso.
Se non si regolarizza l’intestino è difficile guarire dalle infezioni urinarie ricorrenti.
A questo si aggiunge che la maggior parte dei medici trattano queste alterazioni attraverso la somministrazione protratta e continuativa di farmaci antibatterici. Questo favorisce le alterazioni del microbiota e della normale eubiosi. Gli antibiotici riducono e alterano fortemente la funzionalità di tutti i batteri intestinali. All’interno del nostro intestino sono presenti normalmente centinaia di miliardi di batteri. Essi sono distribuiti in specifiche famiglie in un equilibrio fondamentale per la funzionalità di organi e apparati. Gli antibiotici sono una terapia d’urto per i fenomeni acuti e vanno scelti in base ad un antibiogramma. Non va assolutamente trascurato però il problema dei meccanismi di resistenza e l’effetto collaterale di modificare proprio quegli equilibri dell’intestino che stanno all’origine delle infezioni urinarie.
Ecco perché il problema tende a ripresentarsi. Il suggerimento è quello di evitare gli antibiotici inutili e di andare sempre alla causa del problema, tenendo in prioritaria considerazione la salute del tratto gastro-intestinale.
In presenza di uno squilibrio della flora microbica potrebbero intervenire delle infezioni da opportunisti come ad esempio la candida. La candida è un fungo un nella normalità utilissimo alla digestione e fermentazione degli zuccheri, ma che in condizioni di squilibrio può diventare molto aggressivo, che può invadere la parete vescicale allo stesso modo in cui attacca la mucosa dell’intestino o della vagina. Tali condizioni possono essere anche favorite da un’alimentazione povera di fibre, la presenza elevata di zuccheri o conservanti alimentari.
Anche la presenza di stitichezza o alternanza di stipsi e diarrea può compromettere la funzionalità urinaria. Un intestino che non si svuoti regolarmente, o solo parzialmente, si associa più frequentemente a vaginiti e cistiti recidivanti a causa della stasi protratta di feci a livello dell’ampolla rettale. Bisognerebbe adottare comportamenti che riducono la possibilità di andare incontro a problemi di stipsi. Ad esempio indossare abiti e indumenti intimi stretti o in tessuto sintetico, oppure portare per troppo tempo tacchi molto alti.
È possibile aiutare il ripristino delle funzioni di questi organi attraverso una riduzione dei fattori che comportano alterazioni dell’intestino, come ad esempio lo stress e la cattiva masticazione, magari con l’aiuto dei giusti ceppi probiotici, simbiotici e prebiotici o fitoestratti che agiscono regolarizzando l’eccesso di cortisolo o il ritmo sonno-veglia.
Se non viene eliminata la disbiosi, ogni antibiotico avrà un effetto momentaneo sulla vescica, senza trattare l’origine del problema ma andando a incrementare la resistenza dei batteri patogeni intestinali, quando essi siano in numero eccessivo.
Anche agire a livello dell’acidificazione delle urine può essere utile, come utilizzare il D-Mannosio o l’acido ialuronico, l’estratto di mirtillo, melograno, uva ursina, timo, betulla, ortica, insieme all’applicazione vaginale di lactobacilli, sebbene da soli servano a poco (non pensate che esistano rimedi miracolosi, se non cambiate stile di vita).