Punture terapeutiche

Punture terapeutiche

Mi sono avvicinato alla mesoterapia da subito. Avevo appena finito la facoltà di Medicina e stavo per iniziare la Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione. La mia vera passione è stata da sempre la fitoterapia, lo studio delle piante, unito a quello della farmacologia. Al di la dell’aspetto terapeutico, mi incuriosiva sapere come i farmaci, sintetici o naturali che siano, agissero sulla malattia o sui sintomi di una persona.
La fisiologia, la fisica, la chimica, la biochimica e la farmacologia sono materie fondamentali nella preparazione di un medico. Come anche la conoscenza della patologia e della fisiopatologia e naturalmente la logica, senza le quali è impossibile effetuare una adeguata diagnosi clinica sul paziente e di conseguenza impostare una terapia. Il mio primo approccio alla natura dei farmaci, dei principi attivi, della farmacocinetica e della farmacodinamica, è però conseguenza di un’altra passione: quella per l’alchimia e in particolare per Paracelso, un filosofo e botanico rivoluzionario, che incentrava i suoi temi sulla vita e la natura, asserendo che la natura è vita, e la vita è l’essenza più profonda della natura.
Tra le cui massime, ricordo in particolare quella che dice: “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto” (frase che farei imparare a memoria a coloro che parlano ancora di cibi che fanno bene o male piuttosto che farmaci che fanno bene o male). Come dire: “è sempre la somma che fa il totale” (Antonio De Curtis, in arte Tòtò).
Non solo, egli diceva anche “Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta. Non è la neve che causa l’inverno, ma l’inverno che causa la neve.” Insieme a Paracelso, anche un altro rivoluzionario ha rapito la mia attenzione: Il Prof Pistor, che negli anni 50, ha fatto conoscere al mondo scientifico una terapia ancora per molti considerata “alternativa” (ma che di alternativo non ha nulla), probabilmente conosciuta già da Ippocrate, ovvero la Mesoterapia. Non ero ancora laureato quando ho iniziato a prendere dimestichezza con aghi e soluzioni, a studiare, a conoscere i principi attivi, e successivamente sperimentarne l’effetto secondo protocolli scritti da diversi colleghi che mi hanno preceduto.
Quello che più mi colpi di Pistor è stato il suo obiettivo, ovvero “avvicinare la terapia alla patologia”. Devo però molto anche ad un collega che considero un mio maestro, ovvero il Dott. Stefano Marcelli, incontrato dopo aver letto un suo libro su questa disciplina, ma che mi ha permesso di conoscere nuove tecniche e affinare soprattutto il cosiddetto “nappage”, che adoro praticare. Una persona eclettica, preparata, anticonformista ma soprattutto innamorato della mesoterapia, tanto da trasmetterla (senza gelosia alcuna) a me e a tutti i suoi studenti. Ma cosa è la mesoterapia? Molte persone ne hanno sentito parlare, ma chiedendo spesso ai miei pazienti, le risposte sono completamente differenti, sebbene negli anni molti di loro si siano sottoposti con altri colleghi a tale terapia.
Infatti mi capita spesso di incontrare persone che mi dicono: lei fa la mesoterapia? Che io traduco come in “lei fa le diete”? Parlare di mesoterapia in realtà vuol dire tutto e niente allo stesso tempo. Ci riferiamo soprattutto ad una tecnica, grazie alla quale possiamo trattare diversi sintomi, alterazioni e patologie. Pratico sempre più spesso la mesoterapia antalgica, soprattutto negli sportivi per ridurre i tempi di recupero da infortuni e infiammazioni, ma col tempo ho adottato questa tecnica (poco costosa sia per il medico che il paziente) anche nella terapia di inestetismi estetici e in particolare nella cellulite (a cui molti associano tale terapia) o nelle alterazioni circolatorie, spesso associandola a tecnologie innovative. Oggi i campi di applicazione della mesoterapia sono tantissimi. Nella terapia del dolore si rivela molto efficace nella cura delle Rachialgie, Coxalgie, Gonalgie, nell’artosi delle mani e dei piedi, nelle cefalee muscolo tensive e nelle cervicalgie (torcicollo), nelle periartiti e nelle lombosciatalgie. Nella medicina dello sport trova applicazione nella cura di traumi contusivi e distorsivi o nelle tendinopatie. Ma le patologie che si prestano a questo tipo di tecnica terapeutica sono molte altre, dalla Sindrome di Raynaud (mani e piedi freddi dovuti a deficit microcircolatori), flebolinfopatie, insufficienza venosa e/o linfatica cronica degli arti inferiori, flebolinfedemi, flebiti superficiali e varicoflebiti, acne, rughe e cellulite.
Naturalmente la differenza la fa la natura del principio attivo che viene veicolato e non la tecnica, che è principalmente un mezzo per inoculare il farmaco. Tecnicamente infatti la mesoterapia è un procedimento terapeutico che consiste in una serie di micro-iniezioni simultanee nel derma e nell’ipoderma (si usano aghi di lunghezza variabile tra 4 e 13 mm, a seconda della zona da trattare), di deboli quantità di farmaci (ad esempio anestetici, vitamine, antibiotici, antiinfiammatori).
Anche la biostimolazione e la biorivitalizzazione del viso sono in sostanza delle mesoterapie, come anche la carbossiterapia. In realtà la capacità terapeutica della mesoterapia si avvale di 5 fattori terapeutici, che sono:

  1. La suggestione. Nel momento in cui il paziente accetta l’idea di curarsi (come descritto in letteratura scientifica), la novità terapeutica, l’autorità di chi la consiglia o la propone e i riscontri positivi di altri pazienti che l’hanno eseguita, porta (come avviene per altre terapie) a possibili miglioramenti dei sintomi.
  2. Le punture. Non solo la mesoterapia, ma anche molte altre terapie si avvalgono dell’ausilio degli aghi. Il contatto tra la punta dell’ago e la cute libera endorfine e scatena una reazione al sintomo o alla malattia. La pelle è un organo a tutti gli effetti.
  3. Il Sanguinamento, dovuto all’inserzione dell’ago, è maggiore quando peggiore è l’infiammazione. Ma anche la sua efficacia è massima di pari passo alla gravità di questa.
  4. L’anestetico. Se ne usano diversi, tra cui la procaina o la lidocaina. Essi interferiscono in maniera temporanea con la conduzione nervosa dei nervi sensitivi, riducendo o a volte annullando il dolore.
  5. I farmaci e i principi attivi. Sono una componente importantissima nell’efficacia della mesoterapia, perché vengono “portati” nella sede del problema, pur con dosi minime e diluizioni, ma con alta concentrazione ed efficacia terapeutica.

Questo ultimo fattore terapeutico è fondamentale. Studiando la farmacocinetica (l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’eliminazione dei farmaci) e la farmadinamica (effetti biochimici e fisiologici dei farmaci sull’organismo) dei farmaci infatti, sappiamo che le vie di somministrazione dei farmaci, spesso presentano alcuni svantaggi. Ad esempio, se somministriamo un farmaco antiinfiammatorio per via orale, può verificarsi una possibile distruzione del farmaco nello stomaco (proteine, peptidi, composti danneggiabili dall’acidità gastrica). Oppure può esserci una concomitante alterazione epatica o intestinale, che non ne consente la somministrazione alla dose terapeutica. Per non parlare di chi soffre di problemi gastrici, fa politerapia o addirittura può avere anche interazioni con l’assunzione di cibo. Stessa cosa per quanto riguarda la somministrazione per via rettale, che è più vantaggiosa di quella orale nel caso di presenza di vomito, ma il cui assorbimento non sempre è regolare, pur arrivando direttamente alla vena cava (come nel caso di somministrazione sublinguale).
L’intuizione di Pistor è stata quella che ha portato a chiedersi: “perché se mi fa male una spalla devo prendere una supposta o una pasticca?” Tenendo presente che comunque la pelle è una barriera, l’iniezione loco-regionale è una soluzione utilissima. Poco farmaco, direttamente in loco e di conseguenza ad alta concentrazione. Questo significa che in caso di una mesoterapia antalgica, una sola seduta di mesoterapia può dare risultati che durano giorni o settimane. Egli menzionava 3 comandamenti:

  • Poco (in genere si usa meno di 1/4 di principi attivi oltre ad una piccola dose di anestetico. Il resto è soluzione fisiologica)
  • Raramente (non si esegue mesoterapia in genere 1 volta a settimana, con costi abbastanza contenuti)
  • Nel punto giusto (vengono utilizzate diverse tecniche, modalità di inoculo, numero e lunghezza degli aghi)

Naturalmente non si tratta di tecniche esenti da rischi o effetti collaterali. Per questo, rivolgetevi sempre agli esperti, e non fidatevi di internet!

Dott. Antonio Pacella
Medico Specialista in Scienza Dell’Alimentazione
Perfezionato in Medicina Estetica e Mesoterapia